La studentessa non è d’accordo con la sentenza di primo grado del Tribunale ed ora spera in una nuova decisione in appello.
L’operatore scolastico che ha palpeggiato una studentessa è stato assolto dal Tribunale di Roma. I giudici hanno stabilito che il “fatto non costituisce reato“. Il motivo? Il comportamento oggettivo del bidello manca dell’intento soggettivo di commettere una violenza.
Il Tribunale ha infatti accolto la tesi dei legali dell’uomo che avevano definito quanto accaduto come uno scherzo, nonostante il fatto che sia stato “inopportuno nel contesto in cui è stato realizzato, per la natura del luogo e dei rapporti tra alunno e ausiliario“. La ragazza, ora, si aspetta una sentenza diversa in appello.
Manca “l’intento libidinoso”
L’azione dell’imputato, secondo i giudici, è connotata dalla fattispecie criminale di violenza sessuale: l’uomo ha toccato i glutei della studentessa, una zona erogena, senza chiedere consenso. Questo, però, non basta a determinare una condanna perché “deve rilevarsi che la repentinità dell’azione, senza alcun insistenza nel toccamento, da considerarsi quasi uno sfioramento, il luogo e il tempo della condotta, in pieno giorno in locale aperto al pubblico e in presenza di altre persone, e le stesse modalità dell’azione poi conclusasi con il sollevamento della ragazza non consentono di configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale“.